
Fegato e le malattie epatiche: sintomi, cura, cause, terapia, diagnosi e prevenzione
Indice
- 1 Posizione del fegato
- 2 Ipocondrio
- 3 Funzione del fegato
- 4 Gamma-glutamiltransferasi
- 5 Struttura del fegato
- 6 Epatocita
- 7 Cellula di Kupffer
- 8 Siderofilina
- 9 Prc proteina c reattiva sierica
- 10 Malattie epatiche del fegato
- 11 Insufficienza epatica
- 12 Epatosplenomegalia
- 13 Ascesso del fegato
- 14 Tumore benigno del fegato
- 15 Epatomegalia
- 16 Sindrome di Gilbert
- 17 Malattia di Wilson
- 18 Sindrome di Chilaiditi
- 19 Sindrome di Kunkel
- 20 Fibrosi epatica congenita
- 21 Clonorchiasi, opistorchiasi
- 22 Crespino, cura per i disturbi del fegato
Posizione del fegato
Il fegato è la più voluminosa fra le ghiandole annesse all`apparato digerente. É situato nella parte inferiore dell`addome, a destra ed occupa buona parte dello spazio sottodiaframmatico destro; in condizioni normali non deborda dall`arcata costale e non può quindi essere percepito palpando l`addome.
Lat. hepar. Ghiandola voluminosa annessa al tubo digerente che svolge molteplici e complesse funzioni di sintesi e trasformazione di diverse sostanze.
Il fegato è localizzato nella parte alta dell’addome, sotto la cupola destra del diaframma, che lo separa dal polmone corrispondente.
Protetto, sul retro e sul fianco, dalle coste, è in relazione anatomica con numerosi elementi. Superiormente e posteriormente è f issato al diaframma da uno spesso legamento; sotto il lato inferiore è connesso alla colecisti con, alla sua sinistra, il peduncolo epatico, formato dall’arteria epatica (che va dall’aorta verso il fegato), dalla vena porta (che irrora il tubo digerente e si dirige verso il fe gato) e dalle vie biliari (che vanno dal fegato verso la colecisti e l’intestino).
Il fegato pesa nell’adulto 1,5 kg. Si divide in quattro lobi: il lobo di destra, il lobo di sinistra, il lobo medio e quello di Spiegel, ognuno diviso a sua volta in uno o più segmenti. In tutto il fegato è costituito da otto segmenti, ognuno Immagine scintigrafica di un fegato normale.
Il tessuto epatico, solcato da vasi. con la propria vascolarizzazione. Questa segmentazione permette di eseguire, in caso di necessità, interventi di epatectomia parziale, con l’ablazione di uno più segmenti, sino a un massimo di cinque.
Ipocondrio
Lat. hypocondrium. Regione addominale anterolaterale, situata sotto le coste.
L’ipocondrio destro corrisponde al fegato e alla colecisti, quello sinistro alla milza, allo stomaco e all’angolo sinistro del colon.
Funzione del fegato
Il fegato riceve, dall’arteria epatica e dalla vena porta, sostanze chimiche, che trasforma e trasferisce in parte alla bile. Tali sostanze si dirigono verso la colecisti e l’intestino, e in parte alle vene sottoepatiche, dalle quali passano nella vena cava e poi nel resto della circolazione sanguigna. Inoltre, il fegato può sintetizzare alcune sostanze e immagazzinarle; per esempio sintetizza e con serva il glicogeno, funzione che consiste nell’immagazzinare, in caso di deficit, glucosio sotto forma di glicogeno, e poi rilasciarlo per mantenere costante la glicemia (tasso sanguigno di glucosio). Questa attività si applica ai glucidi, ai lipidi, ad alcune proteine (in particolare, il fegato sintetizza numerosi fattori della coagulazione: i fattori I, II, V, VII, VIII e X, i cui tassi diminuiscono in caso di insufficienze epatocellulari), a ormoni, vitamine e ad alcune sostanze tos siche, che vengono trasformate e rese inoffensive. Queste sostanze possono essere di origine interna (provenienti da organi, tessuti) o esterna (alimenti, farmaci). Senza fegato si può sopravvivere soltanto qualche ora. In caso di insufficienza epatica grave e irreversibile, l’unico trattamento possibile è il trapianto.
L’esplorazione funzionale del fegato si basa sui dosaggi ematici.
L’insufficienza epatica si manifesta con la diminuzione del tasso di alcune proteine (albumina), evidenziata dall’alterazione d ei test di coagulazione (soprattutto il tempo di Quick). La colestasi (insufficienza della secrezione biliare) provoca l’aumen to del tasso sanguigno di bilirubina e delle fosfatasi alcaline. La citolisi (distruzione delle cellule epatiche) si associa all’aumento del tasso sanguigno delle transaminasi. Il tasso di glutamil-transferasi sanguigna subisce un rialzo durante tutte le affezioni epatiche.
L’agobiopsia epatica, praticata per via transcutanea, permette l’esame istologico di un campione di parenchima epatico. Gli esami radiologici complementari del fegato sono l’ecografia, la TC e la risonanza magnetica.
Il fegato può essere colpito da un’infiammazione (epatite di origine virale, alcolica, tossica), da un’infezione batterica globale o localizzata (ascesso), parassitaria (amebiasi, cisti idatidea), da una cirrosi, da un tumore benigno o maligno (carcinoma epatocellulare, metastasi), da alcune malattie del sangue (emocromatosi) o da affezioni congenite (anomalie metaboliche, atresia delle vie biliari).
Gamma-glutamiltransferasi
Enzima presente in vari organi, in particolare nel fegato, che favorisce il trasferimento transcellulare degli aminoacidi.
La concentrazione nel plasma della gamma-glutamiltranspeptidasi, chiamata anche GGT o .-GT, aumenta nel corso di numerose malattie epatiche e soprattutto in presenza di colestasi o delle complicanze epatiche dell’alcolismo. Un elevato livello di gammaglutamiltranspeptidasi non è però specifico dell’alcolismo: questo enzima può aumentare per effetto dell’obesità o dell’assunzione di alcuni farmaci e subire un rialzo moderato anche nei soggetti sani.
Struttura del fegato
Il fegato è un organo di consistenza piuttosto dura, dalla superficie liscia e dalla forma non ben descrivibile; è allungato da destra a sinistra e più largo in senso laterale; ha uno spessore di circa 6-7 cm. Anteriormente presenta un margine che in condizioni fisiologiche rimane appena al disotto dell’arcata costale. Può essere suddiviso in un lobo destro, assai più vasto, ed in uno sinistro, più piccolo. L’elemento essenziale a livello cellulare è costituito dalle cellule parenchimali epatiche, che sono poligonali e costituiscono le unità funzionali del fegato, i cosiddetti acini epatici.
Altre cellule di grande importanza appartengono al sistema macrofagico e sono denominate cellule di Kupffer. Il fegato riceve sangue da un doppio sistema di vasi, uno arterioso (arteria epatica) ed uno venoso (vena porta). Quest’ultima reca al fegato tutto il sangue refluo dal distretto intestinale.
Il sistema di dotti escretori del fegato (che può essere considerato come una ghiandola) è costituito dai dotti biliari intra ed extraepatici, che confluiscono, facendosi di calibro sempre maggiore, fino a formare il dotto epatico comune.
Epatocita
Principale cellula del fegato. Il fegato contiene 300 milioni di epatociti che sono dotati di una grande capacità di rigenerazione.
Questa loro prerogativa spiega l’evoluzione per lo più favorevole di una malattia necrotizzante (che distrugge i tessuti) come l’epatite virale. L’epatocita svolge importanti funzioni metaboliche, grazie al suo corredo enzimatico: disintossicazione (dai farmaci), depurazione (dall’urea), sintesi (del colesterolo) e immagazzinamento (del glucosio sotto forma di glicogeno).
Cellula di Kupffer
Cellula fagocitaria del fegato in grado di inglobare particelle patogene o estranee. Le cellule di Kupffer rappresentano il 30% di tutte le cellule epatiche. Disseminate lungo il decorso dei sinusoidi (capillari che diffondono il sangue nel fegato), fanno parte delle cosiddette cellule reticoloendoteliali, che fungono da macrofagi, ovvero assorbono principi nutritivi. Le cellule di Kupffer possono subire lesioni nel quadro di malattie da sovraccarico come l’emocromatosi.
Siderofilina
Proteina presente nel siero sanguigno, sintetizzata dal fegato, il cui ruolo fisiologico essenziale è il trasporto del ferro necessario alla sintesi dell’emoglobina dalle cellule intestinali sino al midollo osseo.
La concentrazione di transferrina nel siero sanguigno è normalmente compresa, nell’adulto, tra 2 e 4 g/l. Questo valore si abbassa in caso di emocromatosi (malattia metabolica conseguente all’accumulo di ferro nei tessuti), carenza proteica, infiammazione e insufficienza renale. Aumenta, al contrario, in caso di carenza di ferro, d ovuta per esempio a un apporto alimentare insufficiente, a una cattiva assimilazione da parte dell’apparato digerente, a perdite eccessive (emorragie croniche) o a un aumento dei bisogni dell’organismo (gravidanza).
Prc proteina c reattiva sierica
Globulina prodotta dal fegato, appartenente al gruppo delle alfaglobuline; deve il suo nome alla proprietà di reagire con il polisaccaride C dello pneumococco. La sua concentrazione nel siero aumenta in relazione con processi infiammatori acuti e cronici, neoplasie, infezioni batteriche e virali. Il suo dosaggio è utile nel monitoraggio e nella valutazione della risposta al trattamento in molte patologie croniche. È stata proposta anche come indic atore di rischio cardiovascolare.
Malattie epatiche del fegato
Un organo complesso come il fegato è esposto a patologie di ogni tipo. Verranno qui ricordate solo le principali categorie, rimandando alle specifiche voci per una trattazione esauriente.
Le malattie infiammatorie del fegato sono principalmente costituite dalle epatiti di varia eziologia; possono portare ad un grave disturbo anatomico e funzionale, la cirrosi. Le malattie metaboliche colpiscono il fegato sotto ferma di carenze enzimatiche congenite; quelle neoplastiche sotto forma di tumori primitivi (rari) e metastatici (comuni).
Insufficienza epatica
Il termine insufficienza epatica comprende tutte le condizioni in cui un danno delle cellule epatiche determina una diminuzione della funzionalità è quest’organo. Molte persone sono convinte di soffrire di insufficienza epatica perchè soffrono di disturbi digestivi, avvertono un senso di peso nella parte superiore destra dell’addome durante la digestione, e sono colpite da lesioni della pelle simili all’orticaria. Tutti questi disturbi sono, invece, quasi sempre provocati da altre malattie, come la calcolosi o l’infiammazione cronica della cistifellea: l’insufficienza epatica si manifesta con altri, inconfondibili, sintomi, ed è estremamente più rara di quanto non si ritenga di solito.
Sintomi dell’insufficienza epatica
Il sintomo più tipico dell’insufficienza epatica è l’ittero, un colorito giallastro della cute, delle mucose e degli occhi dovuto al fatto che il fegato non è più in grado di metabolizzare la bilirubina, sostanza prodotta dall’organismo elaborando l’emoglobina presente nei globuli rossi. In condizioni normali, il fegato rende solubile la bilirubina permettendole di essere eliminata; se il fegato non funziona come dovrebbe, la bilirubina, di colore giallastro, si accumula nel sangue e si deposita in numerose strutture dell’organismo, fra le quali la pelle. Un altro sintomo dell’insufficienza epatica è costituito da anomalie della circolazione sanguigna, probabilmente provocate dal fatto che il fegato non riesce a eliminare una sostanza, probabilmente di natura ormonale, che agisce sui vasi sanguigni. Sulla superficie della pelle si osservano dei vasi sanguigni dilatati, detti telangectasie: questa alterazione è comunemente chiamata, in modo improprio, dilatazione dei capillari. Un altro sintomo caratteristico è l’arrossamento delle palme delle mani, più evidente alla base del pollice e del mignolo. Infine, l’insufficienza epatica può provocare la comparsa di piccoli cortocircuiti fra arteriole e venule.
A livello della pelle, questi cortocircuiti provocano la comparsa di lesioni molto evidenti, dette stelle neviche o angiomi a ragno. I cortocircuiti si possono formare anche a livello del polmone, e in questo caso impediscono la normale ossigenazione del sangue. Un fegato ammalato può non riuscire più a inattivare alcuni ormoni sessuali: in particolare, l’insufficienza epatica provoca un accumulo di estrogeni, ormoni femminili, e questo fatto determina, negli uomini ammalati, atrofia dei testicoli, sviluppo delle ghiandole mammarie (ginecomastia), perdita dei peli e impotenza. Nelle insufficienze epatiche più gravi possono comparire anche dei disturbi neurologici, a volte tali da portare a morte il paziente. Questi disturbi sono provocati dall’accumulo di sostanze tossiche per il sistema nervoso, prodotte dalla flora batterica dell’intestino, che normalmente vengono inattivate dal fegato. Fra queste sostanze la più importante è l’ammoniaca, che viene prodotta dai batteri per scissione degli aminoacidi: nel fegato sano, l’ammoniaca viene utilizzata per sintetizzare l’urea, che viene escreta con le urine; se il fegato è ammalato, l’ammoniaca si accumula nel sangue ed entra nelle cellule del sistema nervoso, alterandone il metabolismo e impedendone il normale funzionamento. Inoltre, i batteri intestinali produrrebbero delle sostanze simili ai mediatori chimici che regolano la trasmissione dell’impulso nervoso: in caso di insufficienza epatica, queste sostanze si accumulano nel sangue e forniscono delle false informazioni alle cellule nervose.
Nei casi più gravi di insufficenza, se non viene curata immediatamente, il torpore diviene sempre più profondo: il paziente sembra addormentato e se lo si scuote o gli si pone qualche domanda, reagisce in modo piuttosto confuso, per poi rientrare nel suo stato di sonnolenza. Infine, il paziente può entrare in coma: in genere, è abbastanza facile riconoscere questo tipo di coma, perché il paziente presenta tipici segni dell’insufficienza epatica, come l’ittero e la presenza di angiomi a ragno o di telangectasie e il suo alito ha un caratteristico odore molto sgradevole. Se il coma epatico viene trattato adeguatamente e in breve tempo, può regredire completamente; ma se questa grave complicazione viene trascurata, provoca un rigonfiamento del tessuto cerebrale e può determinare danni irreversibili del cervello.
Epatosplenomegalia
Contemporaneo aumento di volume del fegato e della milza.
Si osserva generalmente in caso di ipertensione portale, d ovuta a un ostacolo nella vena porta e spesso riscontrabile in corso di cirrosi, di malattie infettive e del sangue. L’aumento di volume è dovuto a un ristagno di sangue in questi organi o a un fenomeno infiammatorio.
Non sempre è dolorosa.
Ascesso del fegato
Deposito di pus nel fegato.
L’ascesso del fegato è causato da un’infezione localizzata, di origine batterica o parassitaria (ameba), proveniente dall’intestino, dalle vie biliari o dal sangue. Si manifesta con febbre, dimagrimento, affaticamento e a volte dolori intermittenti nella regione sottocostale destra. Il trattamento si basa sull’assunzione di antibiotici o antiamebici. Se ciò non è sufficiente, l’ascesso viene drenato dopo essere stato perforato con una puntura (un ago, guidato con l’ecografia attraverso la parete addominale) o con un intervento chirurgico.
Tumore benigno del fegato
Proliferazione di cellule normali che costituiscono una neoformazione tissutale all’interno del fegato. Esistono vari tipi di tumori benigni del fegato.
Si sviluppa a partire dagli epatociti, le cellule del fegato.
La sua frequenza è aumentata dall’assunzione della pillola anticoncezionale. Spesso isolato, è voluminoso, suscettibile di degenerazione e deve essere eliminato chirurgicamente.
Si distingue dall’adenoma grazie alla risonanza magnetica.
L’ablazione chirurgica è necessaria solo se il tumore è voluminoso e fastidioso.
Molto frequente, è un agglomerato di piccoli vasi sanguigni anomali.
Spesso multiplo, di solito richiede soltanto un semplice monitoraggio; tuttavia, a causa del suo volume, può essere necessario l’intervento chirurgico.
Epatomegalia
Aumento di volume del fegato. Si osserva in un gran numero di circostanze: tumori benigni o maligni, malattie infettive o parassitarie del fegato con reazione infiammatoria, cirrosi, insufficienza cardiaca destra (con ristagno anomalo del sangue nel fegato).
L’epatomegalia può essere molto dolorosa, tranne che in caso di cirrosi. Per valutare le dimensioni del fegato si può fare ricorso alla palpazione addominale sotto l’arcata costale destra, alla percussione addominale e toracica, e in seguito all’ecografia o alla TC.
Sindrome di Gilbert
Affezione benigna del fegato, legata alla diminuzione dell’attività della glucoronil-transferasi, che determina un alterato metabolismo della bilirubina plasmatica. Caratterizzata da iperbilirubinemia, soprattutto non coniugata, la sindrome ha una trasmissione a carattere autosomico dominante.
Malattia di Wilson
Rara malattia ereditaria del fegato causata da un difetto nel metabolismo del rame, che si accumula in eccesso nel fegato, nel cervello, nella cornea. Questo scompenso provoca cirrosi, progressiva degenerazione dei gangli basali del cervello, formazione di un anello verde-marrone in corrispondenza dell’orlo sclerocorneale.
Tra i segni clinici si segnalano inoltre tremore, disfagia, disturbi psichici, rigidità muscolare, debolezza progressiva e cachessia. La condizione, che solitamente insorge tra i 10 e i 30 anni, è trasmessa con modalità autosomica recessiva.
Sindrome di Chilaiditi
Interposizione tra fegato e diaframma di un segmento dell’intestino crasso. Può essere di natura congenita o costituire un’anomalia acquisita in pazienti con malattie croniche polmonari, cirrosi postnecrotiche e asciti.
Sindrome di Kunkel
Malattia infiammatoria cronica del fegato ad andamento progressivo, caratterizzata istologicamente da un’epatite periportale, con necrosi della lamina limitante, e dalla presenza in circolo di anticorpi antinucleo. Colpisce prevalentemente soggetti di sesso femm inile che presentano un aumento di gammaglobuline nel sangue e sintomi quali dolore addominale, amenorrea, acne del viso, nevi a stella ed epatomegalia.
Fibrosi epatica congenita
Rara malformazione del fegato, caratterizzata da una fibrosi importante dell’organo e da dilatazioni microscopiche nei canali biliari. La fibrosi epatica congenita è una malattia a trasmissione autosomica (tramite i cromosomi non sessuali) dominante: è sufficiente che il gene portatore della malattia sia trasmesso da uno dei genitori perché la malattia si manifesti nel bambino. Si può associare ad altre anomalie: dilatazione delle vie biliari intraepatiche, malformazioni renali (policistosi, malattia di Cacchi-Ricci).
La principale conseguenza di questa malformazione è costituita dall’ipertensione del sistema venoso portale, che insorge nell’infanzia o nell’adolescenza e si manifesta con abbondanti emorragie dell’apparato digerente. Il trattamento consiste nella prevenzione e nel trattamento delle emorragie attraverso la somministrazione di farmaci o un intervento chirurgico. Nelle forme più gravi può essere necessario il trapianto di fegato.
Clonorchiasi, opistorchiasi
Malattia parassitaria dovuta all’infestazione dei dotti biliari del fegato da parte di trematodi (distomatosi). La clonorchiasi consegue all’ingestione di trematodi (platelminti lunghi alcuni milli metri) delle specie Clonorchis sinensis e Opisthorchis viverrini, che per potersi sviluppare si insediano prima nei molluschi d’acqua dolc e, poi nei pesci. Il parassita viene contratto cibandosi di pesce crudo infestato. La clonorchiasi è particolarmente diffusa in Estremo Oriente e in Europa centrale.
La malattia si manifesta con crisi di coliche epatiche, ittero e una cirrosi simile a quella alcolica, più raramente con un cancro delle vie biliari.
L’esame microscopico delle feci permette di evidenziare la presenza delle uova del parassita. Il trattamento, assai efficace, consiste nella somministrazione orale di praziquantel. La prevenzione si basa sulla cottura del pesce prima della sua consumazione.
Crespino, cura per i disturbi del fegato
Nome latino
Berberis vulgaris
Caratteristiche del crespino
La corteccia della radice del crespino, un arbusto di circa 2 metri d’altezza riconoscibile dalla sua radice gialla e dal grazioso colorito giallo della fioritura, è utilizzata per diversi disturbi del fegato. Gli erboristi la utilizzano anche per ridurre la pressione sanguigna, aiutare la digestione e combattere l’infezione. Questi effetti vengono attribuiti ad alcuni componenti attivi della pianta noti come alcaloidi (berberina, berbamina, ossiacantina).
Indicazioni del crespino
Ittero, epatite, anemia, indigestione, stitichezza, diarrea, bruciori di stomaco, milza ingrossata, calcoli, postumi dell’alcol. Come gargarismi con l’infuso in caso di mal di gola. Applicata come impacco sugli occhi infiammati, in caso di congiuntivite o su aree di cute infetta.
Preparazioni del crespino
Il crespino è disponibile come radice, estratto fluido e polvere. A casa Infuso: bollite 30 g della radice in una tazza d’acqua per 15-20 minuti, lasciate raffreddare, bevetene una tazza al bisogno, per addolcire aggiungete del miele. Impacco: immergete un panno pulito nell’infuso e applicatelo direttamente sull’area infetta. Combinazioni: per depurare il fegato, combinate 1 parte di crespino, 1 parte di igname, 1 parte di tarassaco, mezza parte di radice di liquirizia. Fate bollire (30 g per mezzo litro d’acqua) a fuoco lento per 10 minuti e poi filtrate. Bevetene 60 g da 3 a 4 volte al giorno.
Effetti collaterali del crespino
Disturbi di stomaco, diarrea, nausea, vomito, vertigini o svenimento. Se questi sintomi persistono, consultate il medico. Potenzialmente gravi In dosi abbondanti, può causare convulsioni o un drastico abbassamento della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca o respiratoria. Se ciò succede, smettete di usare l’erba immediatamente e informate il medico.
Informazioni specifiche del crespino
ATTENZIONE: non prendete il crespino se siete in gravidanza poiché ha un effetto stimolante sull’utero. Se soffrite di cuore o avete un disturbo respiratorio cronico, usatelo solo sotto la guida di un esperto.