
Ipertiroidismo: sintomi, cura, cause, terapia, diagnosi e prevenzione
Termine generico usato per indicare il complesso delle manifestazioni patologiche dovute ad un eccesso di produzione da parte della tiroide deglio ormoni caratteristici, ma che a volte può essere causato da numerose malattie. Malattia caratterizzata da un’eccessiva produzione di ormone tiroideo.
Indice
Cause dell’ipertiroidismo
Le cause più frequenti di questo disturbo sono il morbo di BasedowFlajani-Graves, di origine autoimmune, un sovraccarico di iodio, in genere di origine farmacologica, un nodulo tiroideo o un gozzo (fase iniziale di una tiroidite subacuta). Molto più raramente l’ipertiroidismo può essere dovuto a un’anomalia congenita (sindrome da resistenza agli ormoni tiroidei), a un adenoma ipofisario secernente tireostimolina oppure all’assunzione di tiroxina (ormone tiroideo) a scopo terapeutico. I sintomi comprendono tremori alle estremità, tachicardia, sensazione di calore eccessivo e perdita di peso.
L’esame clinico permette spesso di individuare la causa della tireotossicosi. Anche la scintigrafia e l’ecografia tiroidee, il dosaggio degli anticorpi antitiroidei, la ioduria (concentrazione dello iodio nelle urine) nelle 24 ore e un bilancio della funzione cardiaca possono essere molto utili.
Nel campo dei tumori veri e propri, un ipertiroidismo può essere provocato da un adenoma (tumore benigno) iperfunzionante, che alla scintigrafia appare tipicamente come nodulo ipercaptante (“”caldo””). Se le manifestazioni sono particolarmente gravi si parla di adenoma tossico o adenoma di Plummer. Anche i tumori maligni, sia pure più raramente, possono dare origine a quadri ipertiroidei; più frequentemente però tali tumori sono troppo indifferenziati per essere in grado di produrre ormone funzionante. Alla scintigrafia appaiono come noduli «freddi» (ipocaptanti). La terapia dei tumori della tiroide è prudenzialmente chirurgica.
Malattie che provocano l’ipertiroidismo
Una fra le più importanti malattie che portano ad uno stato di ipertiroidismo (talora così accentuato da essere denominato “”tireotossicosi””) è il morbo di Graves Flaiani-Basedow, più noto semplicemente come morbo di Basedow. In questa malattia il difetto fondamentale è la comparsa nel sangue di un anticorpo detto LATS (Long Acting Thyroid Stimulator) che funge da stimolatore potente della funzionalità tiroidea, facendo aumentare di volume la ghiandola (gozzo iperplastico) e provocando un aumento dei tassi ormonali nel sangue.
Diagnosi dell’ipertiroidismo
La diagnosi si basa sul dosaggio degli ormoni tiroidei e dei loro precursori nel sangue, integrati da esami diversi a seconda della causa sospettata (scintigrafia, ecografia, dosaggio degli anticorpi antitiroidei).
Il dosaggio sanguigno degli ormoni tiroidei e ipofisari: quello della tiroxina (T4) rivela un valore elevato e quello dell’ormone tireotropo (TSH) un valore anormalmente basso. Tra le altre costanti biologiche che possono risultare modificate vi sono enzimi epatici, metabolismo del calcio, numerazione globulare (tendenza all’anemia con globuli rossi di piccole dimensioni), diminuzione dei polimorfonucleati neutrofili. Tutte queste alterazioni sono reversibili con il trattamento.
L’aspetto della tiroide e la sua presentazione clinica spesso non sono ben correlabili con la funzionalità della ghiandola stessa. Una condizione di ipertiroidismo può coesistere con una tiroide piccola, di dimensioni normali oppure assai ingrandita; la presenza di un gozzo (tumefazione del collo dovuta all’ingrossamento della ghiandola) di per sé non è specifica né di una condizione di ipertiroidismo né di una di ipotiroidismo. La struttura e la funzionalità tiroidee vanno indagate volta per volta, per individuare la causa della sintomatologia nel singolo paziente. Quindi, in tutti i casi di sospetto ipertiroidismo o di gozzo, è opportuno dosare la concentrazione degli ormoni tiroidei nel sangue ed, eventualmente, eseguire altri esami più approfonditi, come una scintigrafia tiroidea.
Sintomi dell’ipertiroidismo
I sintomi più caratteristici dell’ipertiroidismo includono una diminuzione di peso oppure una magrezza costituzionale assai spiccata e resistente all’aumento di peso (nonostante i pazienti siano spesso veramente voraci); una tendenza al nervosismo e alla labilità emotiva, con facili rapidi passaggi da un umore ad un altro, del tutto diverso; una tendenza all’insonnia, che caratteristicamente però non lascia il paziente eccessivamente stanco; la comparsa di tremori muscolari a riposo e durante movimenti, di carattere fine; un aumento della sudorazione su tutta la superficie cutanea ma soprattutto a livello ascellare e palmare; una intolleranza verso il caldo ed una tendenza a coprirsi il meno possibile (gli ipertiroidei sono tipicamente pazienti “”calorosi””). A questi sintomi si associa spesso una debolezza profonda, che si esprime anche negli atti più comuni della vita di ogni giorno (affaticamento nel salire le scale o nel compiere piccole passeggiate, etc.) É anche frequente la comparsa di una sensazione di “”mancamento di fiato”” (dispnea) accompagnata da palpitazioni cardiache ben evidenti e fastidiosissime per il paziente. A livello oculare compaiono dei segni caratteristici dell’ipertiroidismo; sono frequenti un particolare sguardo fisso e ad occhi spalancati, una certa rarità dell’ammiccamento, una apertura maggiore del normale della fessura palpebrale. A livello neurologico c’è un aumento generalizzato dei riflessi; se si esegue una misurazione precisa delle caratteristiche temporali di un riflesso (reflessogramma achilleo, per esempio) si osserva un accorciamento caratteristico del tempo di risposta che è di per sé sufficiente a porre la diagnosi che viene comunque confermata dalla presenza nel sangue di alti livelli di ormoni tiroidei accompagnati da livelli variabili di TSH (ormone ipofisario che regola la secrezione tiroidea) a seconda della malattia che determina l’ipertiroidsmo.
Complicanze dell’ipertiroidismo
Cardiotireosi
Complicanza cardiaca dell’ipertiroidismo (ipersecrezione di ormoni da parte della ghiandola tiroide). Dà luogo a scompensi del ritmo cardiaco: i più frequenti sono l’aritmia completa da fibrillazione atriale, che comporta un rischio embolico, e il flutter atriale (contrazione anormalmente rapida degli atri). Un’insufficienza cardiaca può fare seguito al disturbo del ritmo, in particolare negli anziani. Il dosaggio di ormoni tiroidei, sistematico in caso di disturbi cardiaci di cui non si conosce la causa nell’anziano, permette di ricondurre i sintomi cardiaci a un ipertiroidismo. I disturbi del ritmo e l’insufficienza cardiaca regrediscono con il trattamento dell’ipertiroidismo e l’assunzione di farmaci ß-bloccanti.
Morbo di Plummer
Gozzo nodulare dovuto all’adenoma di Plummer associato a ipertiroidismo e tireotossicosi. Si presenta di solito in forma singola; più raramente è multiplo.
Terapia e cura dell’ipertiroidismo
Il trattamento dipende essenzialmente dalla causa e può consistere in un intervento chirurgico (ablazione parziale della tiroide) o nella somministrazione di antitiroidei di sintesi e iodio 131.
Tiroidectomia
Ablazione chirurgica dell’intera ghiandola tiroide o di una sua parte.
La tiroidectomia è un intervento chirurgico frequente, indicato in numerose patologie tiroidee: ipertiroidismo (aumento patologico della produzione di ormoni tiroidei), la cui forma più comune è il morbo di Basedow-Flajani-Graves, nodulo isolato, gozzo nodulare (ipertrofia della ghiandola associata a numerosi noduli), cancro della tiroide.
L’operazione si svolge in anestesia generale; dopo aver praticato un’incisione orizzontale alla base del collo, il chirurgo asporta un piccolo tumore isolato (enucleazione) oppure la metà di uno dei due lobi che formano la ghiandola (lobectomia parziale o subtotale), un lobo intero (lobectomia) o tutta la ghiandola (tiroidectomia to tale); è possibile anche procedere all’ablazione delle strutture vicine, in particolare le catene linfonodali laterocervicali: si parla allora di tiroidectomia totale con svuotamento laterocervicale (mono- o bilaterale).
La tiroidectomia è un’operazione benigna, ma tecnicamente delicata, poiché deve preservare non solo i nervi laringei ricorrenti, che decorrono a contatto con la ghiandola e sono responsabili dell’emissione della voce, ma anche le piccole ghiandole paratiroidi, aderenti alla faccia posteriore dei lobi tiroidei, che presiedono al metabolismo del fosforo o del calcio. Le complicanze di questo intervento (emorragia, infezioni locali) sono molto rare. Il paziente sottoposto ad ablazione totale deve seguire per tutta la vita un trattamento sostitutivo con l’ormone tiroideo.
Farmaci antitiroidei
Farmaco impiegato nel trattamento dell’ipertiroidismo (secrezione ormonale eccessiva da parte della ghiandola tiroide) per inibire la sintesi degli ormoni tiroidei. Gli antitiroidei più impiegati, di grande efficacia, sono il carbimazolo e il propiltiouracile. Il principale effetto indesiderato, che si manifesta in casi del tutto eccezionali, è l’agranulocitosi (diminuzione del numero di globuli bianchi), responsabile di infezioni gravi. Sono tuttavia possibili effetti secondari più lievi quali eruzioni cutanee ed epatite da farmaci.
Gli antitiroidei possono essere impiegati per un periodo compre so tra 12 e 18 mesi nel morbo di Basedow (ipertiroidismo di origine immunitaria), ma sono anche possibili prescrizioni per periodi più brevi, in attesa di un trattamento più radicale che ricorra alla chirurgia o alla terapia radiante (iodio 131).