Test al metopirone
Test endocrino utilizzato per la diagnosi differenziale di insufficienza surrenalica primitiva e secondaria. Il metopirone inibisce competitivamente l’11-ß-idrossilasi, diminuendo così la cortisolemia e riducendo il feedback ipofisario. Ciò determina l’aumento della secrezione di ACTH e dell’escrezione dei 17-OH-CS (idrossicorticosteroidi urinari).
Questo test dovrebbe essere preceduto da un test di stimolazione rapida con ACTH, per valutare la risposta delle ghiandole surrenali, e va effettuato sotto stretta sorveglianza medica, poiché nei pazienti con tumore surrenalico può aggravare un’insufficienza corticosurrenalica.
Come si esegue il test al metopirone
Il giorno prima dell’esame si raccolgono le urine, a mezzanotte si somministrano 750 mg di metopirone e il giorno successivo si raccolgono le urine, ogni 6 ore per 24 ore.
È possibile anche effettuare un test rapido notturno, con somministrazione di una dose maggiore di metopirone (da 2 a 3 g a seconda del peso corporeo), associato a un pasto leggero per ridurre i disturbi gastrici. Alle ore 8 del giorno successivo si dosano la cortisolemia e l’11-desossicortisolo plasmatico. Una risposta inferiore alla norma è significativa di insufficienza surrenalica, ma non permette di distinguere la forma primitiva da quella secondaria.
Come leggere i risultati del test al metopirone
In condizioni normali, l’11-desossicortisolo plasmatico e i 17-OH-CS urinari aumentano, portando a escludere un’insufficienza surrenalica.
Un aumento scarso o nullo è indicativo di insufficienza ipofisaria, neoplasia surrenalica, sindrome da ACTH ectopico, malattia di Addison.
Un aumento notevole dei 17-OH-CS o dell’11-desossicortisolo plasmatico è indicativo di sindrome di Cushing (adenoma ipofisario).
Se il paziente ha assunto glucocorticoidi o farmaci che accelerano il metabolismo del metopirone (fenitoina) il test può essere falsato.
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