Curare nefropatie: natura, suddivisione, nefropatia diabetica e nefropatia da analgesici
Il termine nefropatia comprende diverse categorie patologiche e sta ad indicare una malattia che colpisce uno od entrambi i reni, con comparsa delle anomalie metaboliche caratteristiche.
Qualunque malattia renale. Le nefropatie si classificano a seconda della loro localizzazione anatomica iniziale:
- le nefropatie glomerulari colpiscono i glomeruli; possono avere un’evoluzione acuta (glomerulonefrite acuta) o cronica (diabete, nefrosi lipoidea);
- le nefropatie interstiziali, o nefriti interstiziali, danneggiano il tessuto di sostegno dei nefroni, come accade nel caso di alcune lesioni tossiche da farmaci o di certe infezioni (pielonefrite);
- le nefropatie tubulari sono dovute a una compromissione dei tubuli uriniferi (necrosi tubulare acuta);
- le nefropatie vascolari, come la nefroangiosclerosi (sclerosi delle arteriole renali), dovuta a ipertensione arteriosa cronica mal controllata o non trattata, colpiscono i vasi dei reni.
Indice
Nefropatie: la loro natura
Alcune nefropatie sono di natura prettamente congenita. Si tratta del caso del rene policistico e di altre malformazioni di natura ereditaria, che portano facilmente alla comparsa di insufficienza renale cronica. Altre nefropatie sono su base metabolica. Molte malattie metaboliche infatti hanno nel rene uno degli organi bersaglio più importanti; il danno può concretarsi sotto molte forme ma di solito si esprime in una tendenza progressivamente peggiorativa verso la insufficienza renale cronica, un insieme di sintomi dovuto al venir meno della funzionalità renale.
Suddivisione delle nefropatie
Le malattie che decorrono con sindrome nefritica (glomerulonefrite acuta, glomerulonefrite rapidamente progressiva, glomerulonefrite cronica) sono causate da fattori dannosi che vanno ad agire in particolar modo a livello del glomerulo, causando una infiammazione che a sua volta si esprime con proliferazione cellulare, con inspessimento delle membrane, etc. Le cause sono soprattutto di natura immunologica. Le malattie che decorrono con sindrome nefrosica determinano soprattutto un danno a livello dell’apparato di filtrazione che, nel rene normale, è in grado di trattenere efficacemente le proteine. Il danno si concreta nella perdita massiva di proteine e nelle relative conseguenze. Le malattie che decorrono con danno prevalentemente tubulare danno in genere luogo, se sono sufficientemente gravi ed estese, ad una gravissima situazione nota come “”blocco renale”” o “”insufficienza renale acuta””. I reni cessano di funzionare come filtri e depuratori in maniera brusca, non lasciando neppure tempo all’organismo di mettere in atto dei sistemi di compenso. In questi casi se il paziente può essere messo in dialisi di solito lo si può salvare, perché il danno tubulare dopo un breve periodo si risolve e la funzione renale riprende, anche fino alla normalità. Se la dialisi non è disponibile il paziente può morire in iperazotemia (uremia) acuta. Le malattie che interessano gli apparati escretori del rene e l’interstizio sono dette pielonefriti. Le pielonefriti sono in genere su base infettiva, e sono dovute alla colonizzazione da parte di batteri patogeni di una zona che normalmente è sterile, quella delle alte vie urinarie. I batteri possono accedere a questo territorio soprattutto per via ascendente, in particolare nel sesso femminile (per via della brevità dell’uretra) ma anche nel sesso maschile, in presenza di cause di ristagno urinario come l’ipertrofia prostatica. La sintomatologia si riassume nella comparsa di febbre con dolori al fianco interessato e batteriemia. L’infezione può interessare le cavità del rene ed anche il parenchima; si può giungere alla suppurazione (pionefrosi) e alla formazione di veri e propri ascessi. É evidente che se la patologia colpisce entrambi i reni la funzionalità renale ne viene a soffrire notevolmente. Si tratta di malattie che spesso sono di interesse chirurgico, in quanto dipendenti dalla presenza di malformazioni congenite (reflussi, strozzature, etc.). Per evitare danni renali irreversibili è bene correggere precocemente le malformazioni congenite delle vie urinarie. Anche un’ipospadia di grado lieve, ma associata a stenosi dell’uretra, oppure una fimosi pronunciata possono essere causa di ristagno urinario e favorire la comparsa di nefropatie. Queste malformazioni congenite si manifestano precocemente con ripetute cistiti già durante l’infanzia: se un bambino è colpito da frequenti cistiti è quindi bene eseguire degli esami approfonditi, in particolare una radiografia delle vie urinarie (urografia).
Nefropatia diabetica
Glomerulopatia diabetica, glomerulosclerosi diabetica
Lesione dei piccoli vasi dei reni che si verifica in corso di diabete mellito.
Nota in passato come sindrome di Kimmelstiel e Wilson, colpisce il 35-40% dei malati affetti da diabete mellito, insulinodipen dente o meno. Si manifesta 15-20 anni dopo la comparsa del diabete, in genere se è mal controllato, con una glicemia (livelli ematici di glucosio) permanentemente troppo elevata.
La nefropatia diabetica si traduce in un aumento talvolta considerevole della proteinuria, che può causare una sindrome nefrosica (riduzione dei livelli ematici di proteine legata alla loro perdita con le urine, che provoca la comparsa di edemi). Evolve in modo progressivo ma ineluttabile verso un’insufficienza renale che richiede la depurazione sanguigna mediante emodialisi; in certi casi (malati in condizioni cardiovascolari soddisfacenti) un doppio trapianto rene-pancreas permette di guarire, con un solo intervento, dal diabete e dall’insufficienza renale.
Nefropatia da analgesici
Malattia renale cronica causata dall’abuso di alcuni analgesici.
Colpisce coloro che fanno uso regolare e continuato di grandi quantità di farmaci analgesici contenenti in particolare fenacetina (arrivando a consumarne vari chilogrammi in totale). Ancora oggi ci si interroga riguardo all’eventualità che anche altri analgesici, come il paracetamolo o l’acido acetilsalicilico, possano essere responsabili di nefropatie croniche o aumentare gli effetti tossici della fenacetina.
I metaboliti tossici della fenacetina, accumulandosi nella midollare (parte profonda del rene), provocano lesioni croniche a carico di quest’organo. La malattia, il cui esordio è subdolo, è spesso scoperta per caso nel soggetto affetto da insufficienza renale. Se non s’interrompe l’assunzione di fenacetina ai primi segni di danno renale, la nefropatia si aggrava, talvolta costringendo il malato a sottoporsi regolarmente a emodialisi (tecnica di depurazione del sangue consistente nella sua filtrazione attraverso una membrana semipermeabile). Inoltre, poiché alcuni metaboliti della fenacetina sono cancerogeni, sussiste il rischio di cancro delle vie escretrici urinarie (pelvi, uretere, vescica).
Per la nefropatia da analgesici non esiste un trattamento specifico.
Solo le misure preventive sono realmente efficaci, per esempio evitare un consumo eccessivo di fenacetina, che peraltro non entra più nella composizione della maggior parte degli analgesici.
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